Ultima modifica il 3 Marzo 2024
Durante i primi giorni dopo il mio “risveglio” sentivo nominare continuamente un certo dottor Paul, lui risolveva tutte le complicazioni e gli imprevisti.
Sia medici che infermieri in caso di dubbio si rivolgevano a lui e appena si presentava un urgenza lui era il primo ad essere chiamato.
Insomma più che un medico era una specie di super eroe, era sempre presente e se non lo era, nello spazio di poco tempo (secondi) lui arrivava..
Realtà o allucinazione? Precisamente non lo capisco ancora ora, sembrava così reale che è difficile ritenerla un allucinazione.
Forse un mix delle due?
Dopo qualche giorno dal mio risveglio, mi moglie venne a farmi visita e in quell’occasione mi disse:”Non lo riconosci?”
Personalmente non mi sembrava di averlo mai visto, inoltre con la mascherina era difficile riconoscere le persone.
Tenete presente che in quel periodo mi imbottivano di farmaci, avevo ancora la tracheostomia e la sonda naso gastrica oltre a presidi venosi e arterriosi che mi entravano dalle braccia e dal collo, e per non farsi mancare nulla, avevo anche il catetere vescicale.
Essere intontito e avere le allucinazioni poteva essere una condizione “normale”.
In ogni caso le feci segno di “no” con il capo. E lei: ” Ma siii è Paul il nostro amico, non ti ricordi?”
Restai sorpreso, sapevo che Paul lavorava in ospedale, ma non ricordavo che fosse medico.
Ebbene si mi ero convinto che Paul fosse il Super Dottore che risolveva tutti i problemi di noi pazienti.
Invece Paul è un mio caro amico che conoscevo già prima della malattia .
È un infermiere di cure intense con una grandissima esperienza (forse per questo io lo vedevo come il dottor Paul) che ho avuto modo di apprezzare come persona e come professionista durante e dopo il ricovero al Cardiocentro Ticino.
Durante le mie allucinazioni, lui era sempre con me, mi toglieva dai guai e mi aiutava a risolvere le varie situazioni di pericolo in cui mi cacciavo, ma di questo ve ne parlerò in seguito.
Lui era uno degli infermieri che mi assistevano, ma non conoscendo le mie abitudini mi sbarbava completamente durante il periodo in cui ero sedato.
Si in quanto ho sempre tenuto la barba “incolta”, mentre lui amava i visi “puliti” e privi di peli.
Paul è uno di quegli infermieri “vecchio stampo”, con un esperienza incredibile, che è sempre in movimento (giorno e notte) e che è sempre a contatto con i suoi pazienti, continua girare box per box interpretando lo stato dei pazienti da piccoli segni come il colore della cute, dai movimenti delle palpebre, dalle gocce di sudore sulla fronte, … oltre ai vari strumenti in dotazione nei reparti di cure intensive.
Dopo qualche mese dalla mia dimissione dall’ospedale, dimissione … forzata su mia richiesta, ho invitato a pranzo lui, sua moglie e i nostri amici comuni Maria Antonietta e Alexander.
Alexander è un medico vero, e non il frutto della mia fantasia.
La dimissione è stata forzata in quanto io non volevo più restare lontano da casa, lontano da mia moglie, dai miei figli e da quello che restava della mia famiglia; si la perdita dei miei genitori mi stava dando un senso di vuoto che non riuscivo a colmare.
In quella splendida serata d’estate, grazie a mia moglie e alle prelibatezze portate da Maria Antonietta e dalla moglie di Paul abbiamo potuto passare una splendida serata in compagnia.
In quell’occasione Paul mi ha regalato un libro, in inglese, dal titolo “BREATHE IN BREATHE OUT, A Surviving ECMO Story”.
Ad un primo istante quel dono mi aveva destabilizzato, da un lato per la lingua e secondariamente per il tema che trattava, io quell’esperienza l’avevo vissuta, non era stata piacevole e i risultati non erano come me li ero aspettati!
Si, ero sopravvissuto, ma a quale prezzo e con quali danni.
I primi giorni dopo la cena lasciai i il libro in un angolo e lo ignorai.
Dopo qualche settimana iniziai a sfogliarlo, ma il mio inglese è limitato, dovetti usare la fotocamera del cellulare per fotografare le pagine, per poi tradurle con un software. La cosa diventava molto laboriosa!
Per un periodo lasciai perdere, ma il contenuto di quel libro mi intrigava, volevo sapere se qualcun altro aveva fatto la mia esperienza, se aveva passato quello che avevo passato io.
Il mio inglese però non mi permetteva di leggerlo.
Provai a cercarne una copia in italiano, ma il libro non è stato tradotto in altre lingue.
Provai a cercarne una copia digitale, da poter dare in pasto ai software di traduzione, ma neanche questa opzione era praticabile.
Ero curioso di sapere come Adam York aveva affrontato quella terribile esperienza, anche se non si trattava di Covid, era nel 2018 quindi prima della pandemia.
In questi giorni, metà novembre 2023 mi sono deciso, ho fatto tagliare il libro in una cartoleria, in modo da poter digitalizzare il contenuto mediante scanner.
Ora sto traducendo un capitolo al giorno l’intero libro mediante software di traduzione e in seguito rivedendo la traduzione dal lato letterario nella lingua italiana.
È un lavoraccio, ma mi permette di leggere in modo più approfondito il libro e di carpire le sensazioni che Adam voleva trasmettere con il suo scritto.
E perchè no … magari potrei chiedere all’autore se gli interessa tradurre il suo libro in italiano.
Affaire a suivre….
Questo libro, il suggerimento di Carrmen (collega di Paul) e l’incontro con il gruppo di Auto aiuto post cure intense del Cardiocentro Ticino, mi hanno convinto e motivato a creare questo blog e in futuro magari anche un libro e/o un docu video.