Vai al contenuto

Inizia la pandemia …

Ultima modifica il 14 Febbraio 2024

Va beh iniziamo dal principio, come saprete, sono docente e vicedirettore di una scuola.

Tutto inizia nel mese di febbraio con le prime indicazioni relative al Coronavirus sul sito «Portale ticinese della didattica», ho trovato le prime indicazioni tra le e-mail archiviate, si trattava della newsletter del 20 febbraio 2020 che ci rimandava al sito scolastico https://scuolalab.edu.ti.ch.

Coronavirus, infatti inizialmente veniva chiamato così e non si capiva bene quanto fosse infettivo e quanto potesse essere pericoloso.

In quei giorni si vedevano dei filmati ai telegiornali che riprendevano la situazione cinese, … ma era ben lontana da noi.

Come per la SARS (2002 – 2003), molti, io compreso pensavano che aveva colpito la Cina, ma che non sarebbe mai arrivata alle nostre latitudini.  

Eravamo molto critici, come per la SARS erano state investite un sacco di risorse finanziarie e logistiche che alla fine sono rimaste inutilizzate; ma in questo caso purtroppo a breve avremmo dovuto ricrederci.

Il 3 marzo 2020 mi sono svegliato con la febbre, emicrania e un malessere generale, subito ho pensato al Coronavirus, invece molto probabilmente erano le prime avvisaglie della Leucemia mieloide cronica che mi è stata diagnosticata in seguito.
Stavo male ma niente di così devastante.
Chiamai il medico curante che mi disse di rimanere assolutamente a casa, di chiudermi in camera e di evitare i contatti con gli altri componenti della famiglia.
Lui sarebbe passato in giornataa per farmi un tampone allo scopo di accertare la presenza del virus.
Mi sembrava una direttiva alquanto severa ed esagerata, fino a pochi istanti prima dormivo con mia moglie e comunque quando mi sono alzato avevo avuto contatti con i miei figli.
In ogni caso seguii le sue indicazioni e il giorno dopo il tampone, con grande sollievo ricevetti l’esito negativo.

Fino a poche settimane prima, tutto quanto veniva descritto come negativo era da considerare come sbagliato, da rifare; ben presto ci saremmo abituati a invertire la concezione di negativo e positivo.

In ogni caso avevo la febbre e quindi dovevo restare a casa per 10 giorni (così prescriveva il certificato medico), anche se avrei preferito tornare alle mie attività quotidiane di lavoro e di svago. 

Il 12 marzo 2020 ho ricevuto la comunicazione che il mio direttore e collega ha contratto il Coronavirus, sembra che si tratti di un influenza con forte tosse, almeno queste sono le informazioni che ho ricevuto in quell’occasione.

Ero a casa, ma tutto sommato stavo bene e quindi lavoravo da casa e cercavo di sostituire il mio collega.
Come informatico avevo questo privilegio, privilegio che ben presto sarebbe diventato normalità, anche se con un investimento finanziario e di risorse non indifferente.

Il 13 marzo 2020 è arrivata la comunicazione ufficiale, durante una conferenza stampa trasmessa anche in televisione veniva ordinata la chiusura di tutte le scuole del Cantone. Inizialmente la chiusura era stata prevista fino al 4 aprile 2020.
Invece per rivedere colleghi e allievi in presenza dovemmo attendere il 30 agosto 2020.

Che io sappia non era mai stata emanata una direttiva di questo genere, e la cosa cominciava a preoccuparmi, anche se per molti era un esagerazione.

La “mia” scuola, avremmo dovuto attendere fino al 1 settembre 2020 prima di rivedere allievi e colleghi

Il 16 marzo 2020 ho sentito al telefono il direttore per organizzare una comunicazione ufficiale con le varie direttive rivolte agli allievi e ai docenti inerenti la formazione a distanza che stavamo sviluppando.
Li mi accorsi della gravità della malattia, infatti il mio collega faticava a terminare una frase senza dover tossire.
Seppi nei giorni seguenti che era stato ricoverato ed era in cure intense; era stato intubato e in seguito trasferito alla Clinica Luganese Moncucco.

Nelle settimane seguenti la Divisione della Formazione Professionale mi incaricò ufficialmente di sostituire il direttore.

Questo periodo non è stato facile, anche se molto interessante e ricco di soddisfazioni.
Infatti con i colleghi abbiamo dovuto rivedere completamente la formazione come pure le varie procedure di qualificazione e le regole di promozione per tutti i percorsi formativi. Ovviamente seguendo le direttive date dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS).

Nonostante gli impegni scolastici, vista la situazione mi sono offerto di dare una mano nella mia precedente professione, ovvero come soccorritore professionale.
Per due mesi feci ancora turni come autista sull’automedica (SSU), mezzo di soccorso adibito al trasporto di personale specialistico (medici d’urgenza e/o soccorritori diplomati specialisti).
Eravamo stazionati in un albergo a Bissone, da li coprivamo tutto il sottogeneri in caso situazioni critiche che richiedevano l’intervento di personale specialistico.

In quel periodo gli interventi erano molto laboriosi, non tanto per le condizioni dei pazienti, ma quanto per le precauzioni sanitarie che si dovevano prendere prima, durante e dopo gli interventi.
La contagiosità del virus ci imponeva di sanificare completamente le ambulanze dopo ogni intervento con pazienti potenzialmente infetti.
Questa operazione richiedeva molto tempo, rendendo inutilizzabile il veicolo per ore.
Un grande aiuto è stato dato dai militi della protezione civile che si sono occupati di questa mansione.
Un tuffo nel passato che mi ha molto emozionato e dato ancora molta gratificazione, come del resto me ne dava in passato.

Torniamo alla mia attività primaria, la scuola.
I mesi estivi furono impegnativi, dovemmo concludere l’anno scolastico corrente e pianificare il nuovo anno scolastico.
Questo sempre prevedendo diversi scenari a causa del COVID (formazione a distanza, blend distanza e presenza, presenza)
Il direttore era ancora ammalato, sebbene le sue condizioni di salute miglioravano di giorno in giorno.
Era previsto il suo ritorno a settembre, ma non sapevamo ancora a quale percentuale. 

Senza direttore io e miei colleghi ci trovavamo  a  dover navigare a vista e a improvvisare,… ma andava bene così!
Il gruppo era affiatato e ci sentavamo giornalmente e ci aiutavamo anche se a distanza.
I momenti dove potevamo trovarci in presenza si contavano sulle dita di una mano.

É stato impegnativo ma mi ha dato molte soddisfazioni e mi ha permesso di conoscere l’amministrazione e l’organizzazione scolastica in maniera attiva e approfondita. 

.

0 0 voti
Valutazione del post
0 Commenti
Feedback in linea
Visualizza tutti i commenti
error: Il contenuto è protetto!!
0
Lascia una tua testimonianza.x