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ECMO, la mia esperienza, i miei ricordi

Ultima modifica il 4 Marzo 2024

Il ricovero al Cardiocentro Ticino e la macchina che mi ha tenuto in vita dal 31 gennaio 2021 per ben 21 giorni

L’intervista che Stefania (infermiera del Cardiocentro Ticino, la medesima Stefania che scriveva sul mio diario di degenza) mi ha fatto diversi mesi dopo essere rientrato al domicilio (22 marzo 2022).


I box dove sono stato degente al Cardiocentro Ticino dal 31 gennaio 2021 al 23 marzo 2021


Il sollevatore di cui ricordo che mi sentivo levitare in un sacco e vedevo le persone al di sotto di me, … pensavo fosse un allucinazione, …. e in parte lo era!


ECMO ( Extra Corporeal Membrane Oxygenation)

Di seguito vi mostro alcune immagini dopo la visita la Cardiocentro ( 9 gennaio 2024) con l’intento di capire cosa mi avesse salvato la vita e perchè sono stato scelto per questa terapia “estrema” … che a detta dei medici era la mia unica e ultima chance!

Oggi ho conosciuto i perfusionisti che hanno contribuito a curarmi durante il periodo che ero collegato all’ECMO.
Sebbene in passato ho lavorato in ambulanza, personalmente non conoscevo questa figura professionale.
Da quanto ho letto e mi hanno raccontato ho passato 21 giorni collegato a questa macchina, … la macchina che mi ha salvato la vita, nel bene e nel male.
Dico nel bene e nel male in quanto non ne sono uscito indenne, ma non per colpa della macchina, ma bensì del Covid che mi ha lasciato non pochi danni permanenti.
Sono persone gentilissime e molto disponibili che si sono prodigate a farmi conoscere la macchina che mi ha salvato e spiegarmi cosa mi è successo e cosa ho passato in questi 21 giorni.
Personalmente non ricordo nulla, ma proprio il mulla.
Durante questo incontro però un viso mi è risultato famigliare, come se conoscessi già quel ragazzo, anche la sua voce mi suonava come di una persona con cui mi ero già confrontato in passato.
Un ragazzo giovane con una barba ben curata celata sotto la mascherine e con due occhi molto allegri, che sprizzavano gioia e gioventù (Pietro).
Purtroppo però non sapevo ne quando ne dove, … molto probabilmente si tratta di uno sprazzo di coscienza che ho avuto in quel periodo in cui ero sedato.
Anche lui mi ha confermato di ricordarsi di me e mi ha detto che in alcuni momenti mi veniva tolta la sedazione per brevi periodi allo scopo di valutare il mio stato neurologico, probabilmente l’ho conosciuto in uno di quei brevi momenti in cui riemergevo dalla sedazione.
Rivederlo e riconoscerlo è stato molto strano, ma anche emozionante.
In seguito mi ha accolto Daniele che in maniera molto cortese e professionale mi ha spiegato la composizione, il funzionamento, le indicazioni, i pericoli e le controindicazioni di questa macchina e di questo tipo di terapia, Veno – arteriosa e nel mio caso Veno – venoso.
Molti avrebbero preferito dimenticare.
Nel mio caso ho circa 4 mesi di cui non so cosa mi sia successo e cosa abbiano fatto sul mio corpo.
Si dico sul mio corpo, perchè la mente è rimasta quella che avevo prima della malattia, invece il mio corpo dopo che mi sono svegliato è diventato un’altro.
Non lo riconoscevo più e a distanza di 3 anni non lo riconosco ancora oggi, le limitazioni che il mio corpo porta alla mia mente sono ancora troppo grandi.
Voglio precisare ancora una volta che la “devastazione” sul mio corpo non è dovuto alla terapia con ECMO, ma alla bestia oscura di nome Covid.

In effetti non ricordo nulla o quasi di questo periodo, ma devo ringraziare tutti gli infermieri che hanno contribuito a scrivere il mio diario di degenza.
Senza di loro non avrei avuto nulla che mi permettesse di ricostruire, anche solo in parte, quei quattro mesi passati senza che la mia mente fosse in grado di pensare e di ricordare.
In un altra situazione, in assenza della pandemia i miei famigliari avrebbero potuto contribuire a scrivere e descrivere quanto mi stava succedendo, ma ahimè nel mio caso non è stato possibile.
Ho letto e tradotto il libro di cui ho già accennato in precedenza, Breathe In Breathe Out: A Surviving ECMO Story di Adam York, nella speranza di poterlo pubblicare in un prossimo futuro.
È stato un gradito dono del mio infermiere e amico Paul (vedi capitolo Dottor Paul); anche se devo confessare che prima di iniziare a leggerlo ci sono voluti parecchi mesi, mesi in cui avevo paura di conoscere e di sapere quello che mi era successo, anche se tramite l’esperienza di un’altra persona.
Dopo averlo letto e tradotto ho cercato di contattare Adam, l’autore del libro e ci sono riuscito via Messenger, lui abita in America – Alabama.
Lui ha avuto un esperienza molto simile alla mia, anche se non per il Covid, ma per una strana forma di influenza, se volete saperne di più vi invito a leggere il libro.
Non essendo in periodo di pandemia Adam ha potuto beneficiare di maggiori contatti da parte della famiglia, che oltre a potergli raccontare quanto accaduto gli hanno potuto mostrare le fotografie e filmati in modo da permettergli di ricostruire quel periodo.
Questa cosa può sembrare macabra, ma personalmente mi manca non sapere o meglio non vedere come sono diventato la persona di oggi, in un momento, in settimane, in mesi, in quali condizioni mi sono trasformato, o meglio come e in quali condizioni il mio corpo si è trasformato fino a diventare quello di oggi.


ECMO, la macchina che ha contribuito a salvarmi la vita, …come dicevo, nel bene e nel male.

  • Cos’è? Quando si usa? Come funziona? Per chi?
    La documentazione che ho ricevuto dai perfusionisti del Cardiocentro Ticino che mi hanno curato e che in seguito su mia richiesta mi hanno spiegato il funzionamento, le indicazioni, i pericoli e molto altro. Grazie Daniele!
  • La macchina:

  • Il motore che mette in moto la pompa per la circolazione extracorporea:

  • La pompa a lievitazione magnetica per evitare il riscaldamento tramite attrito e l’usura delle componenti visto il lungo periodo di utilizzo

Guarda questo video per osservare la pompa CentriMag in azione.
  • L’ossigenatore, il filtro che permette l’ossigenazione e la regolazione della temperatura del sangue immesso nel paziente:

  • Le canule che trasportano il sangue povero di ossigeno verso la macchina e in seguito lo re-immettono nel corpo del paziente dopo essere stato ossigenato


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