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Introduzione

Ultima modifica il 4 Marzo 2024

Con il mio scritto cerco di ispirarmi a Anna Felder per lo stile di scrittura senza alcuna presunzione di poter raggiungere la capacità e bellezza nella nella scrittura dell’autrice. In particolare mi ha ispirato questa sua frase: “Nel minimo possibile dare il massimo possibile”.

Come si usa dire da noi, … la prenderò larga, non per rendere noiosa questa testimonianza, ma perché la persona che sono oggi è il risultato e l’intreccio di varie esperienze e situazioni.
La mia avventura o forse meglio disavventura? Fortuna o sfortuna? 
Non saprei come definire quanto mi è successo. 

In tanti mi dicono «Sei fortunato ad essere ancora qui», io spesso mi sono detto e mi dico, ma perché devo vivere in questo modo, forse la fortuna poteva «portarmi via con i miei genitori».

Sono un paziente a rischio, o forse meglio dire una persona che ha scoperto nel mese di ottobre 2020 di avere una patologia ematica immunodepressiva  e in seguito sono sopravvissuto ad una forma grave di  COVID. (SARS-CoV-2 variante N501Y, comunemente detta variante inglese)

Cosa mi ha portato a scrivere questo diario?

Carmen, infermiera delle cure intensive al Cardiocentro Ticino di Lugano mi aveva spinto a scrivere un libro che riportasse quanto mi era successo; inizialmente non la presi sul serio ma in seguito anche mia moglie mi propose la medesima cosa.

Ci sono voluti parecchi mesi prima di decidere e quasi pensavo di aver dimenticato quanto passato, ma poi pian piano alla sera prima di dormire parti del mio vissuto mi tornavano alla mente.
Appena un ricordo mi tornava alla mente “correvo” a memorizzarlo sulle Note del cellulare per non rischiare di dimenticarmene al mattino successivo; cosa che mi capitava e mi capita spesso, e che molti riconducono al COVID, o forse più semplicemente agli anni che passano.

Il COVID, una malattia infettiva, un’influenza severa che in alcuni casi può portare a complicazioni, questa era la mia visione prima della malattia, ma come per molte disgrazie, le vedi in televisione al telegiornale e tra te e te pensi, … “poverini“, con la convinzione che quanto succede agli altri sia lontano da te e che non possa colpirti o raggiungerti.

Inizialmente il COVID (io la chiamo la bestia oscura) mi aveva portato speranze di carriera, in quanto ero stato chiamato a sostituire il direttore dell’istituto scolastico dove lavoravo.
Anche lui era stato infettato dal virus finendo in cure intense per diverso tempo.
Ero dispiaciuto per lui, ma fiero di essere stato scelto a sostituirlo, sicuro che quella malattia fosse lontana dal sottoscritto, qualcosa che toccava gli altri e non poteva raggiungermi, o almeno in quella forma.
Invece dopo pochi mesi la “bestia oscura” mi ha raggiunto, ha annientato il mio fisico, il mio futuro professionale e in parte famigliare, o almeno questa è stata la mia impressione per parecchi mesi.

Dico in parte ha annientato il mio nucleo famigliare perché durante la mia degenza in cure intensive, sempre a causa della “bestia oscura” ho perso mio padre e qualche settimana dopo anche mia madre.
Purtroppo quando loro sono stati annientati dalla bestia, io ero sedato e intubato.
Seppi della perdita solo dopo 3 mesi dalla loro morte, praticamente un paio di settimane dopo il mio risveglio dalla sedazione.  

Col tempo compresi che quando si è provati da tanta sofferenza, le gioie che seguono sono più forti, autentiche e genuine. Anche se resta il terrore di poter ricadere in quel buco nero e perdere quanto riconquistato con tanta fatica. In tutti i casi questo modo di vivere e di pensare mi sta aiutando ad affrontare e combattere il passato e il futuro per apprezzare e gustare il presente, facendomi avvicinare al futuro con un pensiero propositivo e privo di paure (forse meglio dire con meno paure).
Ma devo essere onesto, mi capitano ancora i momenti bui, momenti in cui tutto è nero e negativo, dove si vedono solo i lati oscuri legati allo stato fisico, psicologico e sociale, dove si sentono perennemente i dolori cronici e tutte le difficoltà psico-fisiche scolpite nel mio corpo dalla malattia.

Spero che questa mia testimonianza possa aiutare chi come me è stato investito da tanta sofferenza fisica e psicologica.

Con questo diario voglio ringraziare mia moglie Mirna, i miei figli Asia e Aaron, la mia cagnolina Kila e i miei famigliari per essermi stati vicino e sostenuto durante questa esperienza.

Ringrazio inoltre il personale delle cure intensive del Cardiocentro Ticino che mi hanno assistito e curato in modo professionale e con grande umanità, nei confronti miei e della mia famiglia.

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